«Unidos venceremos» (Uniti vinceremo)
È il motto di Uciri, un’organizzazione di produttori di caffè che coinvolge oggi più di 1900 soci, che insieme lottano contro povertà e sfruttamento.
Dopo aver visto la filiera del caffè, vediamo le fasi della lavorazione, chi sono alcuni dei produttori di caffè coinvolti nel Commercio Equo e Solidale e come lavorano per preservare l’ambiente, tutelare chi lavora e creare prosperità nelle zone di origine.
L’ultima fase è quella della tostatura, che viene fatto nelle torrefazioni del paese di destinazione. Si tratta di una fase molto delicata per far emergere gli aromi e le proprietà dei chicchi raccolti.
Uciri si trova nelle zone di montagna della regione di Oaxaca, in Messico. È stata fondata dal teologo ed economista Francisco Van Der Hoff, insieme ai contadini locali, per rispondere al problema della povertà, che coincide geograficamente con le zone di coltivazione del caffè.
UCIRI è l’acronimo di Uniòn de Comunidades Indìgenas de la Regiòn del Istmo, e nasce con lo scopo di riunire le comunità dove si coltiva il caffè per combattere insieme la povertà, abbattere lo sfruttamento ed emanciparsi da coyotes ed intermediari.
Oggi conta più di 1900 soci in almeno 60 comunità del Messico ed è socio di WFTO, l’Organizzazione Mondiale del Commercio Equo e Solidale.
La terra per i coltivatori di Uciri è “Pacha Mama”, ovvero la Madre Terra. È implicito qui il rispetto che si ha nei confronti del terreno e dell’ambiente. Infatti non si tratta di entità da sfruttare e da asservire, ma qualcosa da rispettare e preservare, perché da esse dipende la nostra sopravvivenza. Detto ciò, è quasi superfluo sottolineare che tutte le coltivazioni di Uciri sono biologiche, totalmente incompatibili con l’utilizzo di pesticidi.
I soci di Uciri vivono in condizioni di dignità sociale ed economica, lavorando insieme ogni giorno anche per trovare alternative sempre nuove per lo sviluppo sociale, economico e culturale.
L’organizzazione è democratica e inclusiva, lavora sempre secondo i principi della solidarietà e della trasparenza e promuove la responsabilizzazione di ognuno, oltre che quella collettiva. Le popolazioni che lavorano con Uciri per produrre il caffè non hanno il concetto di proprietà privata. Infatti i terreni appartengono alla comunità e ogni anno vengono ripartiti a seconda delle necessità.
Cecocafen, Central de Cooperativas Cafetaleras del Norte, nacque nel 1997 nella zona nord del Nicaragua, presso le cosiddette “capitali del caffè”: Matagalpa e Jinotega.
Cecocafen ha scelto di coltivare biologico per difendere il suolo, le persone, gli animali, le fonti d’acqua e l’ambiente. Ha scelto di investire nello sviluppo comunitario istituendo a partire dal 2004 dei programmi speciali e borse di studio per i giovani. Grazie ad esse ottengono una migliore formazione, la quale altrimenti spesso si ferma alle elementari. Durante le ore di formazione, i ragazzi e ragazze affrontano tematiche come la protezione dell’ambiente e l’adattamento al cambiamento climatico.
Il caffè di Cecocafen cresce in foreste dove la biodiversità viene rispettata, spesso in altura e in zone il più possibile incontaminate. La pianta e i suoi tempi di maturazione vengono rispettati e i produttori sono attivamente impegnati nella gestione delle risorse d’acqua, oltre che nei progetti di riforestazione.
Ci troviamo nel sud dello stato di Minas Gerais, in Brasile, in una zona montagnosa, ricca di boschi e di corsi d’acqua. Il caffè è la coltivazione che domina il paesaggio. È proprio qui che negli anni Novanta nasce Coopfam: Cooperativa dos Agricultores familiares de Poço Fundo e Região.
Coopfam è stata la prima cooperativa brasiliana a ottenere la certificazione Fairtrade, nel 1998, e quella per il caffè biologico, nel 2002. Oggi è autonoma in tutte le fasi della filiera del caffè: prima di tutto lo coltiva, poi ne cura la lavorazione, il controllo qualità e il confezionamento.
L’impegno per la sostenibilità è a 360°: coltivazione biologica, riciclaggio, reintroduzione di nuove colture autoctone per la biodiversità, costruzione di dighe per evitare l’erosione del suolo. Ma anche formazione per sensibilizzare ai temi dell’ecologia, della salute e del consumo consapevole.
I produttori del caffè equosolidale sono davvero tanti: Norandino in Perù; Sidama in Etiopia; Majomut e Tzeltal Tzotzil in Messico; Chajul e Fedecocagua in Guatemala; ACPCU in Uganda; KCU in Tanzania; CooperVitae in Brasile; Wayanad in India; Soppexcca in Nicaragua; Fedecares in Repubblica Dominicana.
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